L’aggressività nel cane è una componente naturale ed importante, con aggressività intendiamo tutti quei comportamenti volti a difendersi, intimidire o danneggiare una persona, un cane o un altro animale; il comportamento aggressivo è una caratteristica importante per la salvaguardia della specie ed i tipici comportamenti sono: mostrare i denti, ringhiare, abbaiare, lanciarsi contro, pizzicare, mordere.
Il cane solitamente cerca di evitare il conflitto sfruttando: la gerarchia, comportamenti ritualizzati, posture e mimiche, segnali di pacificazione.
L’aggressività ha diverse finalità ed utilità come: difendersi da attacchi e pericoli, manifestare il proprio disagio (psicologico o fisico), acquisire o difendere risorse, mantenere lo spazio personale, difendere il proprio territorio, acquisire o mantenere uno status.
Aggressività nel cane – Le statistiche
L’aggressività dei nostri cani è un problema sociale, secondo il ministero della salute ogni anno fino a 70.000 persone vengono visitate per morsi di animali presso i DEA degli ospedali italiani (negli adulti la maggior parte sono morsi alle mani e arti, nei bambini e le lesioni sono nel 60-70% dei casi alla testa, collo e viso).
Le indagini portate a termine in differenti parti del mondo individuano che i ragazzi sotto i 18 anni sono spesso vittime di aggressioni da parte dei cani, in particolare bambini sotto i 4 anni; si stima che i morsi di animali siano al 4° posto nelle cause di decesso di bambini.
Nella maggior parte dei casi dei morsi a bambini il cane è conosciuto e spesso l’aggressione avviene in casa o nel giardino di casa in percentuale più bassa. Tuttavia nella maggior parte dei casi è “provocato”.
Le razze maggiormente coinvolte sono: Bull terrier, Dogo argentino, Rottweiler, American pit bull, Pastore tedesco, Cocker. Occorre precisare che queste statistiche sono influenzate da una variazione nelle preferenze dei proprietari per una razza di tendenza.
Come confrontarsi
Di fronte a comportamenti aggressivi il cane deve essere indirizzato ad una visita medica e comportamentale. Una volta che verrà effettuata la diagnosi, il rieducatore si occuperà della parte pratica delle rieducazione comportamentale, collaborando con il veterinario ed comportamentalista.
Una errata diagnosi o una terapia comportamentale non adeguata può portare ad un peggioramento del caso con conseguenze estremamente pericolose. La responsabilità ed il rischio di danni irreversibili verso cani e persone in casi di aggressività è massima pertanto è bene tenere presente che non bisogna improvvisare, mi richiedere immediatamente l’intervento dell’esperto!
Catalogazione generale dell’aggressività
Individuare il tipo di aggressività è il primo passo per intervenire nel modo corretto e risolvere il problema.
Aggressività per causa organica
Dovuta ad infiammazioni muscolari, otiti, artrosi, deficit visivi ed auditivi, ipo o ipertiroidismo, tumori, idrocefalia, epilessia, etc.
Aggressività secondaria
Il cane può essere aggressivo secondariamente ad altre patologie del comportamento: cani ansiosi, iperattivi, con sindrome da ipersensibilità-iperattività (HS-HA), sindrome degenerativa del cane ansioso, dissocializzazione, etc.
In queste patologie l’aggressività è uno dei sintomi della malattia primaria, per cui va risolta la malattia e non il sintomo; per questo è bene che la diagnosi la effettui un comportamentalista.
Aggressività senza una causa organica
Escludendo una causa organica, il cane può manifestare aggressività per moltissimi motivi, legati al suo stato d’animo, al contesto, alle esperienze passate…
Aggressività competitiva
Questa forma di aggressività può essere rivolta ai membri umani del branco-famiglia oppure ad altri cani con cui convive.
Nel caso di aggressività competitiva con altri cani, le motivazioni e le situazioni sono abbastanza tipiche: introduzione di un nuovo cane, maturazione del cucciolo, problema fisico di uno dei due cani, problema comportamentale di uno dei due cani, influenza dell’estro di una femmina, spazio inadeguato.
La causa principale è spesso dovuta agli interventi dei proprietari che non permettono i chiarimenti della gerarchia, peggiorando la situazione e prolungando i conflitti.
Occorre tenere presente che il problema è nel gruppo, non nell’individuo; si tratta di una “sindrome” per cui più sintomi devono essere presenti contemporaneamente in un individuo.
Questa forma di aggressività è spesso associata a quella territoriale e da irritazione (Triade Aggressiva).
In genere è caratteristica nei maschi in giovane età (1-3 anni), indipendentemente dalla razza di appartenenza; può essere rivolta ad uno solo o più membri.
Questa tipologia di aggressività si riconosce per la postura dominante, coda alta, pelo rizzato, orecchie dritte, corpo rigido, sguardo fisso negli occhi dell’avversario e canini e incisivi in mostra; il cane dominante cerca di posizionare zampe o muso sulla schiena dell’altro cane cercando a volte di montarlo.
Altri atteggiamenti, meno evidenti come ad esempio l’interposizione del cane dominante sul percorso dell’altro impedendogli di passare o di muoversi.
I morsi alle persone sono in genere indirizzate verso le braccia e le mani, ad esclusione dei bambini che essendo all’altezza della bocca del cane spesso subiscono danni più gravi.
Aggressività predatoria
Può essere rivolta verso animali, uomo, altri cani, ma anche verso oggetti inanimati in movimento, verso i bambini; spesso l’animale abbandona il suo scopo prima di averlo raggiunto interrompendo quindi la sequenza predatoria, fermandosi ad una certa distanza ed abbaiando contro la preda senza avvicinarsi ulteriormente dovuto probabilmente ad un’inibizione all’attacco per via della forma anatomica della preda o la pericolosità dell’avversario. L’abbaio è in questo caso un’attività di sostituzione prodotta dal conflitto interiore. Nei casi peggiori la preda viene uccisa.
In precedenza all’attacco c’è l’individuazione di una preda in movimento. Per la cattura di prede di piccole dimensioni in genere il cane salta a zampe unite con la coda alta, le orecchie dritte ed il pelo della regione dorso-lombare sollevato, lasciandosi poi cadere con i due arti anteriori sulla preda; questa sequenza si ripete più volte fino all’immobilizzazione della preda che poi viene afferrata con le mascelle e scossa violentemente.
Difficile da curare perché spesso coinvolge vittime, quali animali o bambini piccoli, il cui comportamento è difficilmente alterabile; è un comportamento innato che non necessita di un rinforzo: i cani inseguono uccellini o gatti anche se non sono mai riusciti a catturarne uno; gli effetti possono essere così disastrosi che il trattamento fallisce se il comportamento si ripresenta ancora in altre situazioni.
Aggressività da distanziamento
Il cane manifesta delle emozioni di paura quando un individuo arriva al limite della sua distanza di sicurezza.
Il cane assume una postura che è un “mélange” di postura alte e basse con piloerezione sulla schiena abbai e sguardo fisso sull’intruso. La postura diventa rapidamente alta (rinforzo). Manifesta segnali di calma e di stress, indietreggia o tenta la fuga, ha una postura schiacciata e sottomessa, la coda molto bassa, le orecchie indietro, avverte con il ringhio o abbaiando. Se lo stimolo fobogeno non si allontana: pizzica o morde oppure se è possibile si allontana guardingo.
Si ha un aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, midriasi, in casi estremi si possono riscontrare urinazioni, defecazioni e svuotamento dei sacchi anali
Aggressività protettiva
Si tratta della difesa di una o più persone; in genere verso persone o animali che tentano di avvicinarsi o interagire con la persona che vogliono proteggere, anche in casa, per proteggere il soggetto prediletto dagli altri membri della famiglia.
Il comportamento aggressivo si manifesta con interposizione fisica, ringhi, abbai, tentativi di morso, pizzicate, morsi. In questi casi la postura non è necessariamente alta. Questa tipologia di aggressività si manifesta esclusivamente in presenza di determinati oggetti, animali, altri cani o persone da difendere.
Aggressività possessiva
I cani litigano esclusivamente in presenza di risorse da loro ritenute importanti, ad esempio, per il cibo, per un osso, per un gioco, per una determinata area di riposo.
Aggressività territoriale
Difesa dello spazio che il cane percepisce come suo, sia in casa che negli spazi abituali, come ad esempio al parco.
Il difensore va contro all’intruso, ringhia, abbaia e si ferma a qualche metro di distanza con lo sguardo fisso, a questo punto se l’avversario accetta lo scontro, il difensore raspa con i quattro arti e marca con l’urina più volte; se questi comportamenti volti ad intimidire l’avversario, non sono sufficienti, aggredisce chi tenta di invadere il territorio.
Aggressività intraspecifica intrasessuale
Come in molte altre specie, la competizione per il cibo, il territorio o le femmine scatena spesso conflitti che possono anche portare all’aggressione dell’avversario. È un comportamento altamente dimorfico, si manifesta più intensamente se è all’interno del suo territorio o in presenza del proprietario e può essere correlata al guinzaglio.
Spesso si tratta di mimiche e rituali di aggressività del tutto normali! In alcuni casi si tratta di individui vessatori (dei bulli), tuttavia rappresenta comunque un comportamento indesiderato.
Aggressività materna
Aggressività nelle femmine durante la gravidanza o la pseudogravidanza, in prossimità del parto e/o dopo il parto che consiste nella difesa dei cuccioli o degli oggetti che crede siano cuccioli.
Il comportamento è molto simile a quello descritto per l’aggressività territoriale o possessiva; in genere scompare dopo al massimo un paio di mesi dallo svezzamento o dal termine della pseudo-gravidanza.
Aggressività rediretta
Aggressività rediretta sul soggetto (o oggetto) più vicino al cane. Il cane appare molto eccitato e frustrato e spesso non si rende conto di quello che ha fatto, questo tipo di aggressività è una forma di scarico nervoso e si manifesta in genere in contesti specifici: separazione di cani che stanno litigando, tenuta del guinzaglio mentre il cane dà di matto in presenza di un forte stimolo, etc…
Aggressività idiopatica
L’aggressività idiopatica è un comportamento anormale ed inspiegabile, gli attacchi sono inaspettati e violenti, il cane morde improvvisamente e senza dare segni di avvertimento. Alcune testimonianze riferiscono che durante questi attacchi il cane sembra spaesato e con uno sguardo perso nel vuoto, appare non riconoscere le persone della famiglia.
Il cane può essere assolutamente normale e docile in tutte le altre situazioni, il che rende questa forma di aggressività assai stupefacente agli occhi dei proprietari.
Tipica del cocker dal manto uniforme, più fulvo; quindi si pensi possa essere di origine genetica.
Aggressività da paura
L’aggressività da paura è tra quelle più ricorrenti, bisogna tenere sempre ben presente che la causa che innesca l’aggressione sta nella percezione che ha il cane della situazione, e non nella situazione oggettiva. Altro fatto importante da tenere in considerazione è la distanza critica che è soggettiva e varia a seconda del contesto.
Se l’aggressività da paura è rivolta ad altri cani, generalmente non c’è distinzione tra maschio o femmina e non è preceduta da preliminari sociali classici (avvicinarsi, annusarsi, conoscersi, etc.). Alcuni possono aver paura solo di determinate razze a causa di qualche trauma.
Aggressività da dolore
Il cane reagisce perché prova dolore, gli attacchi sono rivolti a qualsiasi individuo, indipendentemente dal sesso, questa forza di aggressività è più frequente in cani anziani o in cani che hanno subito diverse operazioni / interventi; è importante prestare attenzione se ci sono bambini.
Aggressività da irritazione
Irritabilità oggettiva o soggettiva che si scatena in situazioni in cui il cane “è irritato” da qualcosa (ad esempio il contatto fisico imposto all’animale, la fame, la sete, l’impulso sessuale, il dolore fisico, le malattie croniche, la stanchezza, le frustrazioni).
Aggressività nel gioco
Si manifesta solo nel contesto del gioco, con abbai, ringhi molto modulati e morsi più o meno intensi; l’aggressività si sviluppa via via che cresce l’eccitazione del cane anche nei confronti dei conspecifici.
Le possibili cause si possono attribuire ad una stimolazione scorretta nelle fasi sensibili dello sviluppo (giochi indisciplinati), alla mancanza di interazioni precoci (come ad esempio l’isolamento nei canili), ad insufficienti esperienze con i propri simili (se il problema è intraspecifico), ad una difficoltà di controllo e autocontrollo (separazione precoce dalla madre, genetica), etc…