Il Coavio1 e il Coavio2

Oggi era il grande giorno. Il volo da Ghedi a Casale Monferrato da sola, per riportare a casa tutti e due i Coavio; il mio primo volo lungo da sola, con un decollo da una pista nuova, molto più corta di quella a cui sono abituata!

Non ero particolarmente agitata, un pochino ieri sera prima di addormentarmi, ma ho deciso che non ci avrei pensato, stamattina abbastanza bene fino a quando è arrivato il momento di partire per Casale. 😨 Ma anche in questo momento, con più impegno, sono riuscita a non pensarci troppo. Il volo era programmato per la mattina presto, ma a causa della nebbia abbiamo posticipato all’ora di pranzo.

Arrivata in aeroporto ho raccolto tutte le mie cose, preparato le cuffie, la borsa, i cuscini (dimentico sempre il cuscino rosso) e abbiamo preparato il Coavio nuovo, il “Coavio2” (giallo e bianco) per il volo. “Sei sicuro?” chiedo perplessa. “Certo, mi fido di te!”, un attimo di silenzio mentre mi immaginavo svariati scenari di disastri aerei, “speriamo di non rimanere con un Coavio solo!”. Io sempre più perplessa, non spaventata e tanto, tanto emozionata!

Al posto di comando lascia sedere me “peccato” ho pensato, “avrei voluto rilassarmi per non stancarmi per il ritorno” dico senza ricevere nessuna risposta. 😂 E alla fine ho fatto il viaggio anche di andata! 😐

Rulliamo verso la pista, qualche difficoltà con questo freno in una posizione per me scomodissima (non mi piace proprio), faccio le prove motore, gli ultimi controllo pre-volo, siamo pronti. “Mi aiuti?” chiedo un po’ agitata non avendo mai fatto decollare il Coavio2. “Dai, è uguale all’altro” taglia corto Silvio… 😫 “Non importa” penso io. Ci allineiamo e dal nulla appare una mongolfiera stampata in cielo sopra l’aeroporto. “Una mongolfiera?” chiedo stranita. Avvisiamo in radio e decollo facendo attenzione a prendere una direzione diversa appena staccata. Decollo perfetto, neanche mi sono accorta che non era il Coavio1, per forza, ero distratta dalla mongolfiera. “Perché si chiama m-o-n-g-o-l-f-i-e-r-a?” continuo a pensare distraendomi un attimo dall’altimetro. Inizia il volo Casale Monferrato-Ghedi.

Chiacchieriamo di volo (in parapendio ovviamente, perché ormai Silvio parla solo di parapendio da mesi), di progetti, di organizzarci la settimana successiva per un altro viaggetto che dovremmo fare. Continuo a pilotare il Coavio2, la manetta motore fatta così mi piace molto (si trova a destra anziché a sinistra, in basso, anziché in alto) è bella, a differenza del freno che è lì appiccicato.

Continuo il volo sbirciando ogni tanto il tablet con le indicazioni, mi guardo in giro per cercare i riferimenti, attraversiamo un pezzo un po’ turbolento, ma ormai il pensiero era al decollo dalla pista di Ghedi, la turbolenza non la sentivo neanche. 😨 Cerco nuovamente di mandare via i pensieri, anche perché volevo vedere l’atterraggio nel caso in cui ne avessi avuto bisogno: la mente era finita su un’altra serie di disastri aerei in cui sarebbe stato necessario rientrare in pista ed atterrare lì. 😂 “Ma smettila!” mi sono rimproverata un attimo.

Finalmente arrivati, entriamo nel circuito, cerco di memorizzare quanto più possibile “ma quanto è corta la pista?!” 😫 Atterriamo avanzando un bel po’ di campo! “Ce la posso fare, devo solo decollare!” continuo a farmi tutti i miei ragionamenti.

Tempo di scambiare due parole, fare due passi, mangiare una brioche, mangiare dei biscotti, fare altri due passi e altre due chiacchiere (non troppe perché sta aumentando l’agitazione), ma soprattutto il tempo di andare in bagno (la volta prima stavo impazzendo al rientro, ho imparato la lezione!). Il tempo di dire “il volo mi mette appetito” che subito ci si infila nel discorso della vela, del peso, del fatto che posso permettermi di mangiare che nel peso della vela ci sto e Silvio di nuovo perso con i discorsi del volo. Proprio in quel momento, sbirciando su Facebook vedo la foto di Elisabetta che vola affianco a un’aquila (o qualsiasi cosa fosse) “ma quanto è bello volare in parapendio?”. Basta, serve concentrazione. Devo decollare da sola da un posto nuovo, con un aeroplano appena aggiustato e non ancora provato, la pista è cortissima (non è vero, ma a me sembrava corta), in volo ho almeno decide di occasioni per perdermi e non trovare più la direzione di Casale “ma ho il gps, se si spegne ho il tablet, se si spegne quello ho la cartina, se perdo la cartina (come?) ho sempre Google Maps” basta guardare Facebook, mi serve la batteria in caso di bisogno! Il delirio in testa, ma ci sono abituata. 😐

Sposto tutte le mie cose dal Coavio2 al Coavio1, mi sistemo, salgo, faccio i controlli, accendo, vado in pista, prove motore, ultimi controlli, mi allineo. “Mi scappa la pipì!” non potendolo dire in radio a Silvio ho detto “ho caldo!” che era anche vero… Ha risposto qualcosa tipo “dai dai” e io “vado vado” manetta fino in fondo, i giri ci sono, alleggerisco, lo tengo bene al centro, aspetto di vedere la velocità arrivare a 80km/h per tirarlo su, ma a 70km/h si stacca e sono in volo. Vero, da sola si stacca prima, ma non lo avevo considerato. Un decollo perfetto, felicissima tiro il primo sospiro di sollievo. 🥰

Controllo il tablet, seguo la direzione. Ci ho messo qualche minuto ad assestarmi e sentirmi a mio agio. Con Silvio siamo in contatto radio, lui è decollato appena dopo e mi vola dietro tenendomi controllata. Cosa posso fare di sbagliato? Distrarmi! 🤣 Perché quando volo e mi rilasso (anche in parapendio) inizio a pensare alle mie cose, guardo il paesaggio attorno, immagino di andare a scoprire quei posti anche a piedi (un paio di curvature del fiume erano davvero interessanti), immagino di passeggiare con i cani e farci delle foto… Tutto bellissimo, ma oggi non era possibile distrarmi. Per ravvivare un po’ il volo, ad un certo punto Silvio mi chiede di stare attenta e di andare dritta. Avevo già capito che si sarebbe affiancato e così mi ha fatto una serie di foto e video mentre svolazzavo da sola sul Coavio1. 😂

Continuiamo il volo, chiacchieriamo, abbiamo la nostra frequenza, ogni tanto qualcun altro si sente comunque. Un cinese comunicava robe incompressibili. Tutto tranquillo finché “traffico aereo davanti a te!” aiutooooooooo lo vedo, è davanti a me. “Un elicottero! Che faccio?”. Silenzio. Dopo un attimo, con qualche incertezza “vira a…” di nuovo silenzio. 😨 Ovvio che a questo punto avrei fatto qualcosa io, non so cosa e non lo saprò mai perché è arrivata l’istruzione al momento giusto “scendi di quota!” non aveva ancora finito la frase che avevo già tolto tutto il motore e messo l’aeroplano in assetto di discesa! 🤣 Sono seguite altre istruzioni e poi mi sono rimessa in rotta verso Casale.

Arriva il momento di rimettere la frequenza ufficiale, c’erano un po’ di aeroplani in giro, ci organizziamo per far atterrare prima il Coavio1 e poi io avrei fatto un circuito completo atterrando dopo. Perfetto, era proprio quello che avrei voluto! Fortunatamente l’aria mi consentiva di atterrare per la 36, la preferisco. Tra i vari scenari catastrofici che continuavo ad immaginarmi durante il volo uno era: vento fortissimo in atterraggio, un po’ laterale, obbligatoria la 18, io in difficoltà e via radio avrei comunicato “aspetto che cambi il vento e poi scendo!” 😂 esattamente la stessa ansia che avevo al decollino (parapendio) le prime volte. Fortunatamente l’aria era tranquillissima e io potevo fare il mio atterraggio preferito nella pista lunga lunga con il Coavio1 che aveva appena cambiato i bulloni del carrello (evito di descrivere gli scenari in cui si stacca il carrello in atterraggio). 🥰

Il mio circuito procede abbastanza bene, qualche errorino piccolo rispetto allo standard l’ho fatto (quota, direzione) ma tutte cose che erano semplicissime da correggere e dalle quali mi sono spostata poco. Un altro aeroplano dietro di me, siamo in contatto radio, fa il circuito anche lui. Mi sono sentita un po’ il fiato sul collo ma ho cercato di non pensarci. “Dove sei?” chiede Silvio. Che domanda strana “sto virando in base 36” un po’ preoccupata e mi è passato per la testa l’ennesimo scenario in cui avevo sbagliato aeroporto! 🤣 “Ti vedo!” per fortuna.

Mi concentro, mi rendo conto di essere parecchio stanca, ma ce la faccio! Allineata, tutto perfetto, richiamo l’aeroplano e sono a terra! Sana e salva e l’Accademia di Volo ha finalmente due Coavio! 🥳 “Atterraggio perfetto” mi fa i complimenti Silvio. “Confermo, proprio un bel atterraggio” il pilota sconosciuto dietro di me che era in finale. 🥰 Felice, stanca, soddisfatta.

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